Con il termine di resilienza, in psicologia, si intende una persona che è capace di rialzarsi dopo aver subito una batosta fisica o morale. La resilienza, infatti, indica la capacità di una persona di resistere alle difficoltà della vita senza lasciarsi travolgere. La capacità, ovvero, di affrontare lo stress, le paure, le preoccupazioni, senza stressarsi, esaurirsi o destabilizzarsi.
Per comprendere bene il concetto, possiamo, ad esempio, prendere una squadra di calcio che perde una partita con un sonoro 7 a 0. Una squadra resiliente sarà in grado non solo di reagire alla sconfitta subita con motivazione e determinazione, ma anche di vincere il match successivo in modo strabiliante.
Sono molti gli eventi che possono destabilizzare una vita umana. Holmes e Rahe (1967) hanno trovato che per una persona adulta gli eventi più destrutturanti sono:
Per un non adulto, invece, ritroviamo:
Per la lista completa degli eventi puoi cliccare qui.
Una persona resiliente è, dunque, colei che riesce a non farsi travolgere da questi eventi, continuando a vivere una vita in modo sano ed equilibrato. La resilienza, però, non è un’abilità innata, ma allenabile. Gli studi ci dicono, infatti, che la resilienza si apprende con l’esperienza fin da bambini, quando cioè si incominciano a conoscere i propri limiti e potenzialità, per poi proseguire anche in età adulta.
Nel processo di acquisizione della resilienza, oltretutto, di fondamentale importanza sono anche i fattori di protezione. Questi ultimi sono tutti quegli elementi che contribuiscono a supportare la persona durante le difficoltà, come la famiglia, la comunità, la scuola, il partner. Per un bambino, ad esempio, un fattore protettivo potrebbe essere la presenza della madre; per un adulto, invece, il coniuge.
Se la resilienza è la capacità di resistere alle batoste senza destabilizzarsi, l’antifragilità è qualcosa di più. L’antifragilità non solo è resistenza, ma anche capacità di imparare dalle avversità per tornare a essere più forti di prima.
Ritorniamo all’esempio della squadra di calcio. Una squadra antifragile sarà quella che, dopo la sconfitta per 7 a 0, non solo sarà capace di vincere la partita successiva, ma anche colei che, proprio a partire da quella sconfitta, crescerà, maturerà e acquisirà abilità nuove, diventando sempre più forte e imbattibile. Se una squadra resiliente continuerà una competizione senza più subire sconfitte per 7 a 0 (al limite le subirà con un punteggio di 1 a 0), una squadra antifragile, non solo non perderà più alcuna partita, ma vincerà anche il campionato.
In un certo senso, quindi, l’antifragilità è una specializzazione della resilienza. Hai presente le lauree triennali e le successive lauree specialistiche? Fanno parte oramai di quasi tutti i percorsi universitari 3+2. Ecco, la resilienza è una sorta di laurea triennale, mentre l’antifragilità è una successiva specializzazione della stessa resilienza.
In definitiva, come afferma Taleb (2013), con l’antifragilità siamo capaci di trasformare le nostre capacità e abilità mentali per rispondere meglio agli eventi futuri. Più che resistere semplicemente agli shock, ci modifichiamo: il resiliente resiste e rimane fondamentalmente lo stesso, l’antifragile migliora reinventandosi in maniera costante. Il messaggio dell’antifragilità è, dunque, resistere, costruendo sistemi (mentali) sempre più adatti a sopportare meglio le crisi.
E’ impossibile non commettere errori nella vita, ma con l’antifragilità trai spunto dai tuoi stessi errori per migliorare dopo aver subito un danno, attraverso meccanismi di sovracompensazione. Prendi il fuoco e il vento: se vuoi ravvivare il fuoco, sai che un vento troppo forte lo spegnerà. Imparare a fare uso del vento nel giusto modo, consentirà invece di ravvivarlo.
Lo stesso avviene con l’imprevedibilità, l’incertezza e il caos della vita: dobbiamo imparare a farne uso, afferma Taleb (2013). Dobbiamo imparare a essere fuoco e sperare che si alzi il vento. Eh sì, l’antifragilità si nutre proprio dell’incertezza e del “caos”. E’ dal caos che nasce l’ordine, anche nella mente. Un disturbo psicologico, in fondo, è un po’ una sorta di caos: il concetto di antifragilità ci insegna che è proprio in te, dentro il tuo disturbo, la soluzione al tuo problema. E non solo in psicoterapia, ma anche in altri campi: l’economia, la politica, la medicina e la vita in generale.
Per spiegarmi meglio, pensa a un bambino piccolo, è solo provando e riprovando a fare una cosa che, alla fine, riesce a farla. Hai presente? Se hai un figlio lo puoi ben capire. Supponi di aver messo la merendina al cioccolato nell’anta più alta della credenza, per fare in modo che lui non la mangi. Lui, seppur frustrato dal desiderio, appena non ci sei, cerca in tutti i modi di raggiungerla. Si arrampica, fa cadere pensili, sedie, biscotti, crea un pandemonio in cucina, finché non la afferra. Non gli importa nulla, vuole a tutti i costi quella merendina. In un certo senso ha acquisito un po’ di antifragilità: dal caos prodotto in cucina, ha generato dentro di sé un po’ di ordine (la piacevole sensazione di aver mangiato, finalmente, la merendina).
Se dopo un tragico evento, o una sconfitta, continui a vivere tranquillamente la tua quotidianità, seppur a seguito di un momento di disorientamento, puoi ritenerti una persona alquanto resiliente. Qualora ti sentissi pure più forte, maturo e capace di superare non solo altri tragici eventi simili, ma anche di peggiori, allora puoi ritenerti pure antifragile.
Se, invece, dopo quello stesso evento tragico, ti senti abbattuto, non ce la fai a tornare quello che eri prima, forse è bene che incominci ad allenare un po’ la tua capacità di resilienza e/o antifrigilità. Un corso di mental training, di training autogeno di base e superiore potrebbe in questo senso aiutarti molto per migliorare le tue abilità.
Clicca qui per verificare qual è il grado della tua resilienza. Prendi il test come un gioco, non come un metodo scientifico.
Holmes TH, Rahe RH (1967). “The Social Readjustment Rating Scale”. J Psychosom Res. 11 (2): 213–8.
Taleb, N.H. (2013). Antifragile. Prosperare nel disordine, Il Saggiatore, Milano.