L’ansia intensa: l’attacco di panico

attacco di panico

Sintomi, emozioni e psicoterapia per l’attacco di panico

Chi ha provato un attacco di panico, sa cosa vuol dire avere “davvero paura”. L’attacco di panico ti rapisce per alcuni minuti che sembrano interminabili. Hai paura di impazzire, vorresti scappare non sai bene dove, il cuore ti batte a mille. E’ forse una delle esperienze più brevi e brutte allo stesso tempo: è il disturbo d’ansia portato all’estremo. 

Attacco di panico o disturbo da attacchi di panico?

L’attacco di panico si presenta in maniera graduale e, al contempo, intensa. Si avvicina improvvisamente con una rapida escalation dell’ansia e con una serie di sintomi somatici e cognitivi che il termine “panico” benissimo li riassume. Tra le esperienze fisiche più comuni ci sono tremore, tachicardia, nausea, dolori al petto, brividi, sudorazione. A queste si uniscono quelle più prettamente psicologiche, come la sensazione di impazzire, di morire, di soffocamento.

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In altre parole, l’attacco di panico è una paura intensa e diffusa che ti avvolge tutto il corpo e la mente per qualche minuto. Tutte queste sensazioni appaiono in maniera simultanea e violenta, per poi scomparire all’improvviso, lasciandoti addosso una sensazione di panico che inevitabilmente ti influenzerà i giorni a venire.  

Gli effetti dell’attacco di panico, infatti, non finiscono con la scomparsa dei sintomi. La persona che lo ha provato, spesso, ma non necessariamente, avrà da quel momento in poi il timore che, all’improvviso, quel panico possa ripresentarsi. Vivrà ovvero con una vera e propria “paura della paura” che la porterà a evitare ogni situazione potenzialmente ansiogena.  

Parliamo in questo caso del disturbo da attacchi di panico, che comporta la presenza di attacchi di panico ricorrenti e inaspettati, a cui segue una “paura della paura” di avere un nuovo attacco per la durata di almeno un mese

Quali conseguenze ha un attacco di panico? 

Ti potrà sembrare strano, ma di per sé l’attacco di panico non ha mai ucciso nessuno.attacco panico Lo dico perché molti si chiedono se l’attacco di panico può portare o meno alla morte. Anche se so benissimo la terribile paura di morire che si prova, è pressoché impossibile che qualcosa di nefasto realmente accada. Perlomeno se non sono presenti pregressi problemi di salute. 

Sono altre le conseguenze che si generano, e per lo più di stampo emozionale e comportamentale. Il panico è vissuto come un vero e proprio evento traumatico, che pregiudicherà la vita di tutti i giorni. Non è raro che renda impossibile uscire di casa da soli, prendere l’auto o un aereo, oppure stare in mezzo alla folla. L’evitamento di tutte queste situazioni ansiogene, influenzerà negativamente la qualità della vita

Il ruolo dell’agorafobia…

E’ anche per questo motivo che l’attacco di panico è in genere collegato a un’altra problematica ansiosa: l’agorafobia. Con questo termine si intende l’ansia eccessiva e irrazionale che una persona prova all’interno di luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile allontanarsi. O in tutte quelle circostanze dove potrebbe non essere presente nessuno disposto ad aiutarla nel caso in cui si palesasse un nuovo attacco di panico. Se tale fobia si presenta congiuntamente a uno o più attacchi di panico, si parlerà di disturbo da attacchi di panico con agorafobia

La persona si preoccuperà più di evitare un nuovo attacco e le circostanze che possono favorirlo, piuttosto che di attuare comportamenti che le permettano di ritornare a una vita normale. Gli effetti nella vita di tutti i giorni potranno essere devastanti: perdita del lavoro, perdita delle normali relazioni sociali, nonché condizionamento della vita coniugale. 

L’origine apparentemente sconosciuta di un attacco di panico 

Un attacco di panico, secondo molti, ha origini sconosciute. Viene “dal nulla” e si presenta come e quando vuole. Se lo hai provato, sai perfettamente quello che voglio dire. Nulla di più vero, tranne se si cambia la prospettiva attraverso la quale si osserva il problema.

psicoterapia attacco panicoProviamo per un attimo a pensare all’attacco di panico come a una semplice manifestazione d’ansia portata all’estremo. L’ansia è un’emozione “positiva”, ovvero un modo che la nostra mente ha per metterci in guardia dalle situazioni di pericolo. L’ansia cessa di avere il suo carattere vantaggioso, quando diventa intensa e disadattiva, traducendosi in un disturbo. In questo caso, ci sta segnalando che qualcosa dentro di noi si è rotto e va al più presto aggiustato. In un disturbo ansioso, quindi, l’ansia perde il suo carattere adattivo. 

Ecco, possiamo intendere un’esperienza di panico come un segnale d’ansia della mente e del corpo che ci dicono forte e chiaro: “Aiuto, ho bisogno di aiuto!“. Qualcosa, cioè, in una parte recondita di noi, si è aggrovigliato, o è tornato a farsi sentire, non permettendoci più di vivere una vita normale. Sia esso un trauma del passato che era stato originariamente rimosso e che adesso è stato riesumato dalla mente. Oppure semplicemente a causa di un periodo di forte stress, come un lutto o l’inizio di una nuova fase di vita. 

E allora cosa fare? 

L’obiettivo della psicoterapia dinamica è quello di andare alla ricerca del messaggio che l’esperienza di panico ci sta comunicando in maniera così violenta, per portarne sollievo e risoluzione. Il training autogeno, se associato con un percorso di psicoterapia dinamica, potrà inoltre aiutare a recuperare quell’equilibrio psicofisico ottimale che è stato perso. 

Si andrà alla ricerca, ovvero, di quel disagio sottostante di cui l’attacco di panico è solo la punta dell’iceberg. La comprensione e l’elaborazione di detto disagio, comporterà un naturale e progressivo miglioramento del quadro sintomatologico e, dunque, anche della qualità di vita

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